Ruolo della stabilometria statica nella diagnosi di disturbi del sistema tonico posturale in pazienti con disfunzione temporomandibolare
Eur Med Phys, 2008
SASSU, M. PAOLONI, P. COLONNELLI, V. SANTILLI
INTRODUZIONE
Il sistema tonico posturale
La postura viene definita come la posizione del corpo e degli arti sia in relazione reciproca che in relazione allo spazio esterno, al fine di mantenere l’equilibrio (funzione antigravitaria) sia in condizioni statiche che dinamiche.
Il sistema tonico posturale (S.T.P.) è deputato al controllo dell’e- quilibrio e della postura, consentendo all’uomo la stabilità posturale, sia in posizione statica che in movimento, adattandosi ai continui cambiamenti ambientali.
Per realizzare tale obiettivi il sistema utilizza una complessa rete di risorse suddivisa in 3 livelli:
- recettori sensoriali (esterocettivi cutanei e propriocettivi, visivi, vestibolari e uditivi) che posizionano le varie parti del corpo in relazione all’insieme e all’ambiente;
- centri superiori (nuclei vestibolari, cervelletto, formazione o sostanza reticolare, corteccia cerebrale) che integrano e rielabora- no i dati derivanti dalle fonti precedenti, combinando i processi cognitivi e strategici;
- effettori (nuclei cranici oculomotori da cui partono i comandi ai muscoli oculomotori per la stabilizzazione visiva, e il midollo spi- nale da cui partono i segnali diretti alle placche motrici dei muscoli scheletrici per la stabilità antigravitazionale).
Le disfunzioni temporo-mandibolari
I disordini temporomandibolari (DTM) rappresentano un gruppo eterogeneo di patologie del sistema stomatognatico che si manifesta- no con quadri algici e/o disfunzionali a carico dell’articolazione tem- poromandibolare, dei muscoli masticatori e delle strutture ad essi correlate. L’apparato stomatognatico con le sue principali funzioni di masticazione, fonazione e deglutizione e, in maniera complementa- re, respirazione, è integrato in maniera importante col sistema tonico posturale. L’ipotesi di correlazione tra postura e DTM è giustificata dall’evidenza di rapporti anatomo-funzionali tra il sistema stomato- gnatico e le strutture deputate al controllo della postura.
La stabilometria statica
Fra gli esami strumentali ed in particolare tra quelli funzionali che si possono utilizzare nello studio posturale, un posto di primissimo piano spetta alla stabilometria statica, che permette la valutazione delle risposte adattative del sistema tonico posturale e quindi, in maniera indiretta, la percezione sensoriale e gli effetti di questi sul S.T.P.
L’ausilio della pedana stabilometrica è necessario per qualificare le oscillazioni posturali del paziente in ortostasi mentre è fermo ed ana- lizzare le strategie utilizzate per mantenere tale posizione, analizzan- do il contributo delle varie componenti del sistema tonico posturale.
L’acquisizione posturale rileva la posizione della proiezione al suolo del baricentro, inviando le informazioni ad un elaboratore che la rappresenta sul monitor, e la monitorizza nell’arco del tempo in cui viene condotto l’esame. La rappresentazione della variazione che subisce la posizione della proiezione al suolo del baricentro del cor- po forma il cosiddetto gomitolo posturale. Registrando e misurando il gomitolo nelle varie situazioni (occhi aperti, occhi chiusi, svincolo occlusale, retroversione del capo) si possono valutare rispettivamen- te l’influenza dell’entrata sensoriale visiva ed oculomotoria, dell’ATM e le influenze cervicali nel controllo della postura.
OBIETTIVI DELLO STUDIO
Gli obiettivi del presente studio saranno quelli di:
- valutare il ruolo della stabilometria statica nella diagnosi di distur- bi del sistema tonico posturale in pazienti con disfunzione tem- poromandibolare, confrontando i risultati ottenuti con quelli dei soggetti appartenenti ad un gruppo di controllo costituito da sog- getti senza disturbi del T.P. e disfunzione temporo-mandibolare
- valutare se e quanto i risultati ottenuti si modificano dopo un ciclo di terapia riabilitativa basato su rieducazione posturale glo- bale e rieducazione funzionale dell’articolazione temporo-mandi- bolare.
MATERIALI E METODI
Soggetti
Criteri di inclusione:
- soggetti di entrambi i sessi con diagnosi di Disfunzione Temporo- Mandibolare effettuata da uno gnatologo o dal nostro ambulatorio;
- storia clinica negativa di vertigini da patologie a carico del Siste- ma Nervoso Centrale;
- assenza di anormalità dopo un esame neurologico, inclusa una investigazione del sistema visivo, vestibolare e della sensibilità degli arti inferiori;
- storia clinica negativa di traumi a livello del capo e della colonna cervicale.
Criteri di inclusione del gruppo di controllo:
- presenza di dentizione naturale
- assenza di Disturbi Temporo-Mandibolari
- articolarità temporo-mandibolare nella norma
Esame stabilometrico
L’esame stabilometrico viene eseguito utilizzando una piattaforma di forza verticale che registra le oscillazioni del centro di pressione con i correlati parametri di lunghezza e ampiezza. Ai soggetti viene richiesto per quanto possibile di rimanere stabili ma rilassati per 60 secondi in posizione eretta, con le braccia lungo i fianchi e di non bere alcolici ed eseguire lavori pesanti nelle 24 ore precedenti l’esa- me.
Vengono acquisite quattro prove differenti:
- occhi aperti;
- occhi chiusi;
- svincolo occlusale;
- capo in
I dati che vengono considerati sono lo stratokinesigramma, che rappresenta lo spostamento reale del centro di pressione, detto gomitolo, in riferimento all’appoggio plantare, i parametri lunghezza e velocità delle oscillazioni, la superficie dell’ellisse, X medio e Y medio, che rappresentano rispettivamente il punto medio delle oscil- lazioni sul piano frontale e sagittale e la lunghezza funzione della superficie (LFS), il quoziente di Romberg e gli indici di interferenza stomatognatica e cervicale relativi alla superficie e alla lunghezza.
RISULTATI
I risultati preliminari indicano, nella valutazione pre-trattamento, un discostamento aspecifico dei parametri di normalità nel gruppo di pazienti in esame. Si osserva dopo il trattamento um trend di normalizzazione dei valori stabilometrici.
CONCLUSIONI
Pur non essendo utilizzabile a fini diagnostici per sensibilità e specificità, l’esame stabilometrico, dai primi dati preliminari, sembra mostrare un’utilità per la valutazione prospettica nel tempo.
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