Le malocclusioni
F. Grazioli, P. Ranaudo, C. Condorelli, G. de Nicolo: Dall’otoneurologia alla posturologia statica e dinamica – Valutazione della sintomatologia vertiginosa da deficit degli ingressi sensoriali (2015)
PIANO ANTERO-POSTERIORE (SAGITTALE)
PRIMA CLASSE DENTALE
La cuspide mesio-vestibolare del 1° molare superiore occlude nel solco vestibolare del 1° molare inferiore, mentre la cuspide del canino superiore occlude tra il in versante distale del canino ed il versante mesiale del 1° premolare Inferiori. Viene definita occlusione corretta o normoocclusione, poiché i rapporti che si instaurano tra i vari elementi dentari in questo tipo di occlusione, consentono una funzione efficace ed efficiente con minor dispendio di energia. Ovviamente, come accennato nella premessa, devono essere in equilibrio anche i restanti fattori che influenzano tutto il sistema. Proprio per tale ragione l’occlusione corretta è data da un concerto di piccoli e grandi equilibri che derivano sia dalle aree contigue, sia da aree prossime o lontane. La stessa occlusione di classe 1 molare e canina, può presentare dei difetti di posizione di alcuni elementi dentari, creando quelli che vengono definiti affollamenti, ovvero, sovrapposizioni parziali di alcune corone dentarie che sono causate ad esempio da inadeguati rapporti di forma tra i reciproci elementi contigui o antagonisti. Oltre ciò, l’equilibrio di classe 1, comporta un’attività muscolare adeguata, collabora al raggiungimento e/o al mantenimento dell’equilibrio posturale.
SECONDA CLASSE DENTALE, PRIMA DIVISIONE E SECONDA DIVISIONE
Le classi 2 hanno rapporti molari e canini simili, con differenze relative alle proinclinazioni o endoinclinazioni dei gruppi frontali.
Queste differenti posizioni degli elementi frontali, sono imputabili a diversi fattori. In particolare possiamo citare lo scompenso neuromuscolare sia della lingua, sia labiale. Lo scompenso delle labbra può avvenire attraverso un ipotono muscolare (per le divisioni 1), o un ipertono muscolare in grado di endoinclinare gli elementi del gruppo frontale (divisione 2). Il solco vestibolare del primo molare inferiore è in posizione distale rispetto alla cuspide mesiovestibolare del primo molare inferiore. Il canino superiore si trova avanzato rispetto all’inferiore. L’eziopatogenesi delle classi 2 può essere data da numerosi fattori. La genetica, i traumi da gestazione o da parto che influenzano la conformazione del cranio, le parafunzioni, lo sviluppo cranio facciale in età evolutiva, la respirazione orale, perdita precoce di elementi dentari, disordini neuromuscolari, atteggiamenti posturali, sindromi più complesse ecc. La classe 2 può essere frutto di una malposizione dentale, ma anche di una malposizione scheletrica. Scheletricamente possiamo trovarci di fronte ad un mascellare più avanzato con una mandibola di corrette dimensioni, viceversa potremmo avere un mascellare di corrette dimensioni ed una mandibola più piccola o retroposizionata, oppure potremmo avere la somma dei 2 fattori. Le terapie nelle diverse situazioni sono differenti e richiedono livelli di attenzioni adeguati alla gravità del caso. Da un punto di vista funzionale e posturale, le classi 2, intervengono negativamente sul sistema neuro-muscolare e articolare. Quando abbiamo una mandibola retroposizionata ad es, questa va ad impattare nell’ATM causando disfunzioni che con il tempo possono portare a scompensi che attivano disordini più complessi, soprattutto associandosi a disequilibri di altri livelli o a parafunzioni (serramento o bruxismo ad esempio). Anche il muro anteriore che spesso si verifica nelle divisioni 2, dato dal morso profondo tra il gruppo frontale superiore ed inferiore, causa delle limitazioni funzionali davvero interessanti.
TERZA CLASSE DENTALE
La terza classe dentale, vede il solco vestibolare del primo molare inferiore in posizione mesiale rispetto alla cuspide mesiovestibolare del primo molare superiore. La cuspide del canino superiore, si posiziona distalmente rispetto alla cuspide del canino inferiore a più di 3 mm.
Viene definita un’occlusione non corretta, la cui eziopatogenesi, ha una componente fortemente genetica, ma può essere causata da diversi altri fattori come: il trauma da gestazione o da parto, parafunzioni, (definite finte terze classi), a causa ad esempio di fattori che richiedano alla mandibola un atteggiamento più avanzato per funzionare meglio, disordini neuromuscolari, atteggiamenti posturali, sindromi più complesse ecc.
F. Grazioli, P. Ranaudo, C. Condorelli, G. de Nicolo: Dall’otoneurologia alla posturologia statica e dinamica – Valutazione della sintomatologia vertiginosa da deficit degli ingressi sensoriali (2015)
PIANO FRONTALE
MORSO NORMALE
La chiusura delle arcate dentarie in maniera corretta prevede la copertura dell’arcata superiore rispetto all’inferiore di 2 +/- 2 mm.
Tale chiusura consente movimenti di protrusione e lateralità adeguati durante le diverse funzioni della bocca.
MORSO PROFONDO
Quando gli elementi dentari chiudono eccessivamente tra loro, portando ad una copertura eccessiva dell’arcata superiore rispetto all’inferiore, ci troviamo davanti ad un morso profondo, (deep-bite). Come già accennato, funzionalmente causa un blocco della normale funzione della bocca, provocando spesso disfunzioni muscolari e temporo mandibolari. Il morso profondo può essere anteriore o posteriore, monolaterale o bilaterale.
MORSO APERTO
Il morso aperto (open-bite), è caratterizzato da un’apertura dello spazio tra i denti delle due arcate, che non consente un appoggio adeguato e quindi una corretta occlusione. E’ causato da svariati fattori: disfunzioni neuro-muscolari, respirazione orale, deglutizione atipica, malposizionamento dentale, malposizionamento mandibolare.
F. Grazioli, P. Ranaudo, C. Condorelli, G. de Nicolo: Dall’otoneurologia alla posturologia statica e dinamica – Valutazione della sintomatologia vertiginosa da deficit degli ingressi sensoriali (2015)
PIANO TRASVERSO
Sul piano trasverso, si verifica oltre alla forma delle arcate, che devono essere adeguate all’età, alla forma dentale del soggetto e avere una forma ovoidale, anche gli aspetti di relazione di chiusura latero-laterale delle due arcate. Quando l’arcata superiore risulta proporzionalmente più piccola dell’arcata inferiore, o viceversa, possiamo trovarci di fronte ad una incoordinazione delle due arcate, tale per cui può presentarsi un incrocio di masticazione che può essere monolaterale o bilaterale.
MORSO CROCIATO MONOLATERALE
Il cross-bite monolaterale si verifica con una deviazione più o meno importante della linea mediana inferiore, rispetto alla linea mediana corporea. L’eziopatogenesi può essere legata a diversi fattori: genetici, scheletrici, sindromici, da trauma da gestazione o da parto, da parafunzione, da palato ogivale, da respirazione orale, da precontatto dentale con scivolamento verso una posizione di funzione più confortevole. Il morso crociato monolaterale, se non intercettato precocemente, può comportare una laterodeviazione prima funzionale, in età evolutiva, andando a strutturarsi in età adulta come asimmetria facciale. Viene trattata quanto più precocemente possibile, poiché ha un alto indice di necessità di trattamento.
MORSO CROCIATO BILATERALE
Il morso crociato bilaterale ha la stessa genesi e caratteristiche del morso crociato monolaterale, con 2 caratteristiche che lo contraddistinguono:
- il morso crociato è presente sia a dx sia a sx;
- sviluppa una simmetria che lo rende, se pur più grave del cross-bite monolaterale in termini di discrepanza di proporzione tra le due arcate, meno grave sul fronte asimmetrie, poiché essendo presente sui 2 lati, la maggior parte delle volte non causa asimmetria facciale.
I cross-bite, vengono anche definiti dai funzionalisti, come la scoliosi della bocca. Da un punto di vista funzionale sono impattanti negativamente in quasi tutte le funzioni della bocca, nonché a livello posturale, comportano condizionamenti, a causa della funzione asimmetrica dei muscoli che va a ripercuotersi sulle catene muscolari discendenti.